Realizzato da Don Andrea Bruno, parroco di Soveria Simeri (CZ)
Pochi sono a conoscenza che in Località Feudo De Seta, sulla S.S. 106 a Sellia Marina (un piccolo comune della provincia di Catanzaro, in Calabria), esiste il primo Museo Storico della Lambretta.
Nato da una collezione privata (che conta ad oggi circa 70 pezzi unici, tutti prodotti dalla Innocenti dal 1947 al 1972), il Museo Meridionale della Lambretta vuole essere, tra l’altro, un incoraggiamento a tutti i possessori di Lambretta a tenere caro uno scooter di un così glorioso passato.
Per conoscere la particolarità di questo hobby basta l’impegno, la passione e sopratutto il tempo che l’amatore dedica ai suoi mezzi, magari riesumati da qualche garage o acquistati in condizioni disperate da chi li aveva abbandonati. Dopo ore e ore di lavoro e di pazienza certosina, utilizzando solo pezzi originali, questi mezzi li vediamo splendidi e curati in ogni loro particolare, perfettamente funzionanti e magari nulla da invidiare ai migliori scooter oggi sul mercato.
La Lambretta ha un passato di particolare interesse storico: si è appena conclusa la seconda guerra mondiale, l’Italia è un cumulo di macerie, l’èconomia è in ginocchio. Moltissime fabbriche sono crollate sotto i bombardamenti e gran parte degli operai è senza lavoro. Per risolvere questi problemi e contemporaneamente produrre beni di consumo a basso costo, accessibile cioè gran parte della popolazione, negli stabilimenti di Ferdinando Innocenti a Milano, nasce uno scooter di buona fattura e a basso costo: la Lambretta. Tale nome è dovuto al fatto che la Innocenti a Milano si trova a Lambrate nella zona dove appunto scorre il fiume Lambro.
Il grande successo della prima Lambretta A del 1947 è dipeso dall’essenzialità del modello: motore a due tempi (123,7cc), cambio a tre velocità (a pedale), trasmissione finale ad albero e il telaio costruito da un intreccio di tubi in acciaio di piccolo diametro.
I modelli successivi vedranno l’adozione del cambio a manopola sul manubrio, di buone sospensioni e della carenatura di protezione.
In tutto sono state prodotte oltre 15 versioni, fino al 1968. Fra esse menzioniamo la Lambretta B della fine del 1948; la Lambretta 175 TV del 1957 (motore otto cavalli di potenza e oltre 100 km/h di velocità) e ancora la Lambretta 150 Special finalmente elaborata e scattante.
Con il boom economico degli anni '60 tante altre case motociclistiche si affacciarono sul mercato e la vendita di Lambretta iniziò la sua parabola discendente per lasciare il posto alle nuove ”due ruote” e alle automobili, ormai alla portata di molte famiglie italiane.
Guardando le riproduzioni dei manifesti pubblicitari della Innocenti di molti anni fa (qualcuno riportato in questo museo) si può intuire quanto la Lambretta rappresentasse sopratutto per i giovani dell’epoca la libertà e la voglia di andare lontano, di evadere.
Ricordi di quest’epoca recente e lontana ci vengono tramandate dalla presente iniziativa.
L’allestimento di questo Museo è stato lungo (circa 40 anni...), laborioso e paziente. Oggi però si è adeguatamente gratificati dal pensiero ad aver fatto cosa utile e rievocato alle nuove generazioni un’epoca storica assai importante che non meritava davvero di cadere in oblìo.